Aquilotti 2017/18 Follonica Basket

Dopo quattro anni intensi, impegnativi, ma anche ricchi di soddisfazioni, si conclude l’esperienza di Claudio Pistolesi con il Follonica Basket.

- Ciao Claudio con questa chiacchierata di fine anno, si chiude (per ora) il tuo periodo come istruttore Minibasket a Follonica. Vuoi tracciare un bilancio di questi anni?
- Ci provo, non è semplice. Ci sono stati momenti belli ed altri complicati. Ciò che voglio sottolineare è il, magari lento, costante miglioramento del settore giovanile del Basket Follonica e per quanto mi riguarda più direttamente la parte del MB che ha portato questo anno la società a iscrivere due squadre nel Campionato Provinciale Aquilotti, cosa riuscita soltanto alla Pallacanestro Grosseto tramite la Biancorossa. Il rapporto con la dirigenza è sempre stato di stima e di rispetto.
- A cosa è dovuto il tuo rientro a Venturina?
- Il ritorno a Venturina, mio paese natale e anche di crescita cestistica al punto tale che l’attuale società è nata proprio quando con un gruppo di amici nel 1971, con tanto spirito pionieristico, riuscimmo a coinvolgere un ex giocatore di Piombino, il compianto Piero Pieraccini, ad allenarci e formare una squadra, credo che di quel gruppo storico sono il solo ancora in attività. Chiudiamo questo ricordo a cui tengo molto e riprendiamo a spiegare la mia decisione di ritornare a Venturina. Sicuramente non lo faccio perché a Follonica mi sono trovato male, anzi anche considerando le piccole difficoltà logistiche che gli impianti di Follonica presentavano sono stato benissimo, la mia scelta è motivata solo da una necessità di avvicinarmi a casa per seguire -con più tempo a disposizione- alcune problematiche familiari. Sono stato ad allenare in molte società vicine a Venturina e posso affermare che sono molto contento di aver passato questi ultimi anni a Follonica, una Società che merita un posto di rilievo in provincia di Grosseto.
- In questi anni a Follonica hai sempre avuto gruppi di minibasket, sarà così anche a Venturina?
- In questi anni a Follonica, tranne il secondo dove ho avuto anche un gruppo Under 13, sono sempre rimasto nella fascia Aquilotti/Esordienti e sicuramente anche a Venturina resterò in questa fascia di età con almeno un gruppo Aquilotti.
- Di cosa vai maggiormente orgoglioso dei tuoi anni a Follonica?
- Le cose sono molte, non voglio parlare solo di orgoglio, ma anche di quelle piccole soddisfazioni che un Allenatore/Istruttore ottiene durante le stagioni, la prima che mi viene in mente è quella di aver contribuito alla crescita tecnica e mentale di un ragazzo di Follonica che adesso si trova al Don Bosco Livorno, Alberto Paolucci nato nel 2005, che ho allenato nei primi due anni della mia permanenza, è un prospetto molto interessante e futuribile per il palcoscenico del Basket di alto livello, tutta la Società di Follonica deve essere orgogliosa e gratificata che dal suo settore giovanile sia uscito un ragazzo con questa futuribilità. Ma non c’è solo Alberto, ci sono un gruppo di ragazzi e ragazze che ho allenato sempre nei primi anni veramente interessanti nati tra il 2004 e il 2005 tutti molto bravi al punto che alcune di loro hanno già avuto grandi esperienze a livello Regionale e Nazionale, con un settore femminile che andrebbe sostenuto e sicuramente migliorato. Potrei andare avanti con altri esempi che coinvolgono altri bambini e ragazzi del settore, ma quello che mi preme dire è che ho notato una certa continuità e progressione nel miglioramento dei gruppi e delle squadre del settore giovanile, segno che il lavoro di tutti sta portando i primi frutti e le soddisfazioni saranno sempre maggiori.
- Quali invece gli eventuali rimpianti?
- Non parlerei di rimpianti, solo di qualche occasione mancata, quello che personalmente ho capito con difficoltà e che non sono riuscito a cambiare, o se è successo ci sono riuscito solo parzialmente, è questo strano atteggiamento che una parte dei genitori ha verso l’attività sportiva che percepisce come un’attività che non deve avere un seguito agonistico, per cui le partite, i tornei, le gare, sono viste come una perdita di tempo, mentre è esattamente il contrario, si lavora settimanalmente in palestra per poi verificare la domenica o nei fine settimana i risultati ottenuti, è da questi confronti, che sono anche la parte più divertente per i ragazzi, che si devono trarre indicazioni e spunti per il lavoro successivo. Questa mentalità, è stata un occasione mancata che avrebbe sicuramente alzato il livello d’interesse e di desiderio al miglioramento generale.
- Che prospettiva vedi per i due gruppi che hai allenato questo anno?
- Lascio due gruppi numericamente e tecnicamente pronti ad affrontare gli impegni nella prossima stagione agonistica, la Squadra Esordienti, formata da bambini nati nel 2006 e 2007, il prossimo anno dovrà partecipare al Campionato Under 13, il primo vero Campionato giovanile, se pur ancora con molte limitazioni tecniche, è il primo Campionato di Pallacanestro, sono un gruppo di bambini molto interessati al gioco e molti di loro sono disposti a lavorare molto e bene in palestra, dovranno capire che qualcosa sta cambiando tecnicamente e cercare di metterlo in pratica dall’addestramento in palestra alla situazione partita. Il gruppo 2008, l’altra squadra che ho allenato, parteciperà al secondo e ultimo anno del campionato Aquilotti, sono un gruppo numericamente valido ma ancora con grandi differenze tecniche tra di loro, questo prossimo campionato dovrebbe essere una specie di prova generale per verificare se quella carenze di interesse alla partite è cambiata, se succederà è un gruppo che potrà dare e prendersi tante soddisfazioni. Per un netto miglioramento, tutte e due le squadre dovrebbero iscriversi e partecipare a due campionati contemporaneamente, ma questo sarà compito di chi gestirà i gruppi il prossimo anno.
- Raccontarci un aneddoto di questi anni a Follonica?
- Lavorando con i bambini o con ragazzi di 12/13 anni spesso si deve convivere con la loro naturale esuberanza, in alcuni casi gli episodi sono di correzione non solo tecnica ma comportamentale, di questi devo riconoscere che spesso mi sono trovato a fare da giudice a dispute e dispetti ma altrettanto spesso ci sono stati episodi molto divertenti e simpatici che ci vorrebbe un libro per ricordarli tutti. Ma uno lo devo proprio ricordare: in un ultimo allenamento della settimana dove avrei dato le convocazioni per la partita della domenica, quando ho chiamato il nome di uno di loro, mi sono sentito rispondere che non poteva venire a giocare, alla mia successiva domanda del perché non poteva, mi ha risposto candidamente che quella domenica era stato invitato a pranzo dalla nonna e che avrebbe mangiato il “CONIGLIO” e non aveva nessuna voglia di rinunciare a questo “Piatto” che non mangiava da tanto tempo. Ecco una risposta del genere a una convocazione non mi era mai capitata.
- Una prima parte di risposta l’hai già data in precedenza, ma vorrei entrare più nello specifico nel rapporto tecnico-genitore in merito all’attività sportiva dei propri figli. Vuoi sviluppare meglio questo aspetto?
- Questa tua ultima domanda merita una risposta più approfondita, nelle relazioni di fine stagione consegnate alla fine di questi quattro anni, ho sempre inserito una mia riflessione su come molti genitori, probabilmente con un comportamento sincero e di non conoscenza di cosa vuol dire attività sportiva, rinunciavano all’appuntamento settimanale della partita, non consapevoli che la partita è parte integrante dell’attività sportiva del figlio. In altre realtà ho avuto il problema inverso, la convocazione era attesa e desiderata, spesso mi metteva in difficoltà non convocare qualche ragazzo, al punto che organizzavo una rotazione sistematica per non scontentare qualcuno. Ecco questo, con la massima sincerità, è quello che mi ha creato più problemi in questi quattro anni, ma devo dire con altrettanta sincerità che i rapporti con i genitori in tutti gli altri episodi che fanno parte di una stagione sono stati estremamente corretti e cordiali, credo che alla fine si sia instaurato un rapporto di reciproca fiducia.
- Ti saluto con tantissimo affetto, sapendo di ritrovarci sui campi di basket della nostra zona magari sperando in futuro di ritrovarti a Follonica.
- Alessandro ti ringrazio di questo scambio di idee e opinioni, dandomi la possibilità di ricordare questo periodo di quattro anni con grande entusiasmo e ti confermo che da parte mia sarà ricordato come un bellissimo periodo passato sui campi di basket con la maglia del Follonica Basket. Saluto tutti i Dirigenti e tutte le persone che ho conosciuto in questo periodo, confermando quello che ho sempre detto e scritto sul futuro della Società Basket Follonica, sono sicuro che avrà un ruolo sempre più importante nel movimento Provinciale di Grosseto.

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