Paolo CosimiIl Follonica Basket è lieto di annunciare l’ingresso nel proprio organigramma tecnico di Paolo Cosimi, dal 1973 al 1979 giocatore nelle giovanili della Pallacanestro Livorno, poi dal 1979 al 1982 a Viareggio e Grosseto. 

Dal 1982 al 1993 a San Vincenzo. Già nel 1976 inizia il percorso di tecnico/istruttore minibasket nella Pallacanestro Livorno, dal 1982 al 1993 allenatore delle giovanili San Vincenzine. Dal 1993 al 1997 capo allenatore dalla Serie D fino alla C/1 con la stagione successiva in B/2 a Piombino per poi rientrare a San Vincenzo l’anno seguente ancora C/1. Nella stagione 99-00 cadetti nazionali a Venturina, quindi 2 anni nuovamente a San Vincenzo in Promozione e giovanili. Nel 2002-2003 Serie D a Follonica, quindi ben 10 anni di fila a San Vincenzo tra Cadetti, C/2 e C/1. Dal 1980 al 2016 partecipazioni a clinic internazionali e stage in tutta Italia da Bormio a Treviso, da Cervia a Montecatini passando per Bologna, Livorno, San Vincenzo, Piombino e Castelfranco Veneto.

Dopo 3 anni di pausa per motivi personali e lavorativi ecco il rientro in pista a Follonica con l’U15 Regionale. Paolo Cosimi
Dopo il tuo curriculum da giocatore ed allenatore passerei a qualche domanda:
- Cosa ti ha spinto al basket e poi alla decisione di passare alla panchina?
- È stato un caso, a 12 anni quando ancora giocavo a calcio, mentre con un amico mi recavo all’allenamento trovammo il campo impraticabile e pur di non tornare a casa andammo ad uno dei tanti campetti all’aperto di Livorno e da quel momento è scoppiato un amore per il basket che ho dentro ancora oggi. Non c’è stato un passaggio netto dal campo alla panchina perché già a 17 anni, quando ero nelle giovanili della Pallacanestro Livorno, i dirigenti mi chiesero se volevo allenare ed iniziai con un gruppo minibasket e da lì, per circa 20 anni, ho allenato e giocato.
- Dopo alcuni anni di stop, qual è stata la molla che ti ha spinto a riprendere ad allenare?
- Lo stop non fu volontario, la squadra che allenavo nell’agosto 2013 decise di non iscriversi al campionato, poi ho rifiutato alcune proposte. Per un po’ è stato un piccolo trauma non allenare ma alla lunga mi è servito per ricaricare le batterie.
- Parlaci della tua precedente esperienza a Follonica.
- Positiva nonostante l’esonero a febbraio quando eravamo primi in classifica per problemi di spogliatoio, cose che succedono nelle prime squadre. Il gruppo era comunque buono e avrebbe potuto ottenere di più se fosse stato adeguatamente valorizzato.
- Su cosa lavorerai maggiormente con l’U15 Regionale?
- Questa è una domanda alla quale non è facile rispondere, dovrò innanzitutto valutare i ragazzi e il loro grado di sviluppo possibile. Molti devono completare il loro sviluppo fisico e il lavoro andrà modulato sulla base delle capacità psico-motorie. Non mancheranno mai i fondamentali senza i quali ogni tipo di progetto sarebbe privo di fondamenta.
- Hai già in mente un tipo di gioco o valuterai dopo aver preso in mano la squadra?
- L’idea di gioco ovviamente un allenatore deve averla in partenza poi si deve essere capaci di adattarsi ai ragazzi. In linea generale amo una pallacanestro veloce dove tutti debbano avere la possibilità di trovare soluzioni per un canestro partendo da una difesa forte e per fare questo bisogna lavorare tanto sui fondamentali.
- Tuoi punti di riferimento attuali e passati sia italiani che stranieri tra allenatori e giocatori?
- Per quanto riguarda i giocatori i campioni di varie epoche a partire da Massimo Masini centro delle mitiche scarpette rosse dell’Olimpia Milano dalla seconda metà degli anni ’60 ai primi anni ’70, poi l’indimenticabile Mike D’Antoni passando per Michael Jordan per arrivare ad oggi con Danilo Gallinari. Per quanto riguarda i coaches ho amato Dan Peterson i cui libri sono ancora attuali, tra quelli di oggi ammiro Scariolo, Messina e Repesa del quale ho seguito proprio pochi giorni fa un clinic internazionale a Bologna dove ha dato una grande lezione su come si deve stare in palestra. Spesso mi capita di apprendere anche da tanti allenatori delle “minors” che sgobbano quotidianamente in palestre senza fama che contribuiscono a tenere in piedi il nostro movimento.
- NBA o Eurolega?
- Entrambe, anche se la prima per farci vedere (con le dovute eccezioni tipo San Antonio Spurs) un gioco di squadra, oltre all’atletismo pazzesco dei loro giocatori, ci costringe ad aspettare i play-off, mentre l’Eurolega raccoglie il meglio del mondo al di fuori dell’NBA con squadre ben organizzate tatticamente con un uso del gioco del pivot che ormai in Italia non si vede più e dove il livello medio del gioco in Serie A si è abbassato molto.
- Un tuo pronostico sul Preolimpico di Torino e quali le conseguenze sul basket italiano sia in caso si partecipazione che di mancato raggiungimento delle Olimpiadi di Rio de Janeiro quest’estate
- Messina è uno dei migliori allenatori europei e saprà tirare fuori il meglio dai nostri atleti anche dopo una stagione lunga ed intensa. Tornare alle Olimpiadi dopo due mancate partecipazioni potrebbe essere un punto di rilancio per il nostro basket se la Federazione saprà sfruttarne la visibilità mediatica mentre un fallimento al Preolimpico sarebbe un ulteriore schiaffo per il nostro sport soffocato dal calcio, dai troppi stranieri spesso di poco valore in Serie A ma non solo e da una Federazione che cambia regole e criteri di ammissione ai campionati ogni anno.
- Saresti soddisfatto del tuo impegno a Follonica se a fine stagione……
- Se i ragazzi che allenerò avranno aumentato la fiducia in se stessi e nelle loro capacità e se ameranno ancora di più il nostro bellissimo sport.
- Grazie Paolo
- È stato un piacere.

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