In questo nostro tempo moderno lo sport è un’attività formativa e educativa indispensabile per la crescita dei bambini e dei ragazzi, complementare, inserita e associata all’attività didattica scolastica.
Questa premessa è indispensabile per affrontare in modo serio e non equivoco del perché siamo arrivati a questa conclusione, non è un mistero o un racconto distorto della realtà, nel passato i bambini e i ragazzi avevano durante la 
giornata la possibilità di scoprire il movimento, la gestione e l’utilizzo di attrezzi per un gioco spesso inventato o creato con la loro fantasia e di conseguenza imparavano a conoscere il proprio corpo e quello che poteva fare: camminare, correre, saltare, lanciare, salire, discendere, stare in equilibrio su superfici di vario tipo e natura, occupare spazi più o meno grandi. Per mettere in pratica tutte quelle abilità appena ricordate, da queste esperienze e esplorazioni si passava a utilizzare attrezzi di tutti i tipi (palla, corda, cerchi, ruote ecc, ecc) per creare dei giochi individuali o di gruppo che favorivano un armonioso e corretto sviluppo psicomotorio che doveva sostenere la futura struttura da adulti e che aiutavano la socializzazione tra coetanei, socializzazione indispensabile per sostenere il comportamento collaborativo su cui l’uomo ha costituito la base del suo modo di vivere.
Era una palestra naturale, in cui ci si doveva misurare tutti i giorni e inconsapevolmente ci si preparava alla vita futura; oltre questo, in giochi più strutturati o complessi come i giochi di squadra che prevedevano una collaborazione tra i singoli componenti della squadra o del gruppo, si imparava a condividere gli impegni e i compiti che il gioco stesso richiedeva per portarlo a termine.
Oggi il modo di vivere è molto cambiato e continuerà a cambiare dal punto di vista delle abilità e dello sviluppo delle capacità motorie, purtroppo in negativo.
La Società moderna non permette ai Genitori di lasciare ai propri figli, un bene prezioso per la famiglia ma anche per il futuro della Società, di fare delle esperienze come nel passato e di mettere alla prova le proprie capacità per il troppo timore di lasciare i figli soli in un mondo sempre più indifferente, egoista e anche un poco violento, oltre a questo la tecnologia moderna offre dei passatempi elettronici e sistemi mediatici che trattengono i bambini davanti a uno schermo per troppo tempo, con giochi che hanno il pregio di tenere i figli impegnati e controllati, ma che inibiscono inequivocabilmente la fantasia con una grande quantità di false informazioni. Così il sano divertimento di una semplice gara di corsa nel cortile, di una sfida a lanciare un oggetto più lontano, oppure giocare una partita tra due squadre fatte con la conta, resta oramai solo un lontano ricordo.
Ecco perché lo sport da semplice attività complementare e specializzata su alcune discipline, è diventato un valido sostituto di quelle esperienze, al punto che anche il Ministero dell’Educazione lo inserisce nel programma formativo dei giovani, associando alla materia didattica riconosciuta come “Educazione Fisica”, delle iniziative sostenute dal CONI con l’obiettivo di incrementare l’attività sportiva nelle scuole, come per esempio l’iniziativa “Sport Amico” dove viene richiesto alle discipline sportive presenti in un territorio di presentare il proprio sport e di portare un piccolo programma tecnico illustrativo di attività e esercizi da far eseguire ai bambini/bambine delle classi che il distretto scolastico gli affida.
Ma tutto ciò non basta, si tratta di cicli di 8/10 lezioni ripetuti in un anno scolastico su due periodi dove vengono presentate due discipline sportive per anno, si tratta di poco più di venti ore in un anno scolastico, una iniziativa da lodare e riconoscere per lo scopo, ma totalmente inefficace per quello che si dovrebbe ottenere.
Per una reale e efficace sostituzione di quella che fu l’educazione motoria “naturale” di cui facciamo riferimento all’inizio, dobbiamo assolutamente considerare lo Sport proposto dalle Associazioni Dilettantistiche Sportive, dove ognuna di loro presenta la propria disciplina, individuale o di squadra, con un programma che si estende in un anno con almeno 9/10 mesi e tre o quattro allenamenti settimanali a cui vanno aggiunte le gare, i saggi o le partite se si tratta di uno sport di squadra.
Questa attività sportiva così organizzata e strutturata garantisce una valida alternativa ai problemi ricordati nella presente e, come tale, dovrebbe essere caldeggiata in particolare dai Genitori, consapevoli che queste attività li aiuterebbe nella crescita dei propri figli, sia per una sana e riconosciuta proposta d’educazione motoria, ma anche per la tranquillità di riempire quei tempi liberi del giorno, fuori dallo studio e dai compiti da fare a casa, in ambienti controllati e seguiti, senza isolarsi dal mondo davanti a un computer o un tablet.
La conclusione di questa lettera aperta è indirizzata senza pretese proprio ai Genitori, sono loro che hanno la prima e inequivocabile scelta su cosa è meglio per il figlio, nessuno ha il diritto di sostituirsi o sovrapporsi a loro, ma chi propone attività sportiva cerca nei Genitori anche un valido aiuto per la possibilità di avere con costanza e divertimento i ragazzi nelle palestre, sui campi, nelle piscine e altro ancora, senza l’aiuto dei Genitori che caldeggiano e incoraggiano i figli a intraprendere con entusiasmo lo sport, cercando di praticarlo rispettando gli appuntamenti settimanali e gli impegni per saggi, gare e partite che sono delle verifiche per i miglioramenti ottenuti, sarà difficile anche per le Società proporre e organizzare un servizio sportivo e formativo utile e di soddisfazione per tutti, con il principio e l’idea che i ragazzi sono e saranno sempre gli attori principali dell’attività sportiva da loro scelta e gradita.
Claudio Pistolesi
