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Gianni BertolottiGianni Bertolotti

Istruttore dell ASD Follonica Basket dal 1997 al 2001 e dal 2006 ad oggi. Attualmente Istruttore minibasket per le categorie Scoiattoli e Pulcini.

- Gianni buonasera, non posso certo iniziare la nostra conversazione senza una tua adeguata presentazione. Quando hai iniziato a giocare a basket?
- Ho iniziato piuttosto tardi, a 15 anni, anche se in quegli anni non era così inusuale, anche Meneghin ha iniziato a quell’età.
- Ma prima dei tuoi 15 anni, fino 1965 avevi praticato altri sport?
- Sì, certo, avevo praticato calcio all’oratorio vicino alla Stazione Centrale, ciclismo, corsa e poi in quegli anni facevamo tantissima vita all’aperto in bici, a piedi, in campagna con gli amici e quindi avevo comunque, come si direbbe oggi, un buono “schema motorio di base” che mi ha consentito di apprendere velocemente i fondamentali della pallacanestro. Inoltre tieni conto che abitavo in una via accanto a quella resa celebre da Adriano Celentano …
- Via Gluck?
- Sì, proprio quella, dove ha continuato ad abitare la mamma di Celentano ed era una zona dove Milano finiva ed iniziava la campagna.
- Forse era presente anche una buona dose di talento naturale
- È possibile.
- Dove e con chi hai iniziato a giocare a pallacanestro?

Bertolotti All'Onestà

- Nello stesso oratorio dove giocavo a calcio, nel 1965 sono arrivati dei canestri e dei palloni ed è stata messa su la squadra con il mio primo allenatore il Signor Bandini ed in questa squadra ho giocato sino a 19 anni negli allievi e poi negli Juniores. La mia squadra nel frattempo era diventata una società satellite della All’Onestà e nell’ultimo anno di Juniores, tramite la collaborazione con la seconda squadra di Serie A di Milano, venne ad allenarci quello che poi sarebbe diventato un affermato allenatore di Serie A negli anni ’70-’80 e ’90 e con la Nazionale Italiana Femminile che con lui ha ottenuto risultati mai raggiunti prima e neanche dopo, cioè Riccardo Sales.

 

- Fu lui a portarti a giocare in Serie A?
- Sì, dopo l’ultimo anno da Juniores con l’O.Sa (Opera Salesiani) fui portato in prima squadra in serie A dove iniziai la mia carriera professionistica nel 1969, terminata, a livello di Serie A, nel 1987 a 37 anni a Trieste.
- In mezzo, credo, ci sia stato qualcosina: vuoi parlarcene?
- Ok, dopo un solo anno a Milano con All’Onestà vengo acquistato dalla Virtus Bologna dove ho giocato per 9 anni dal 1971 al 1980 divenendone anche il Capitano vincendo 3 scudetti nel 1976, 1979 e 1980 ed una Coppa Italia nel 1974 venendo allenato per 3 anni da coach Dan Peterson. Nel 1980, per incompresioni tecniche con l’allora allenatore delle V nere Terry Driscoll, passo all’altra squadra di Bologna la Fortitudo, dando il mio contributo alla promozione in A/1, quindi 2 anni a Trieste poi nel 1983/84 gioco per una stagione a Roma al fianco di giocatori come Larry Wright, Clarence Kea e il gruppo di giocatori italiani, anzi romani come Polesello, Sbarra, Gilardi, Castellani, Solfrini, Valente nell’anno in cui, pur non giocando titolare in campionato, riesco ad ottenere un’enorme soddisfazione vincendo a Ginevra, contro il Barcellona, la Coppa dei Campioni per 79-73, dopo aver battuto nel cammino il Maccabi Tel Aviv e il Bosnia Sarajevo di un giovanissimo coach che avrebbe avuto qualche altra sodisfazione in carriera “Boscha” Tanjevic. ed infine di nuovo a Trieste per altri 3 anni, poi tra il 1988 e il 1992, 4 anni a Piombino in Serie B dove, nel 1992, inizio ad allenare per poi passare a San Vincenzo e Follonica sempre nel minibasket e in alcune occasioni con delle Under 13.
- Su questo aspetto finale poi vorrei ritornarci sopra, ma dopo la tua panoramica sulla tua carriera da giocatore nelle squadre di club vorrei farti una domanda anche sul tuo rapporto con la Nazionale, vuoi parlarcene?
- Dopo alcune partite con la Nazionale Sperimentale, sono entrato nel giro della Nazionale A nel 1973 con gli Europei in Spagna dove arrivammo quinti, risultato che ci escluse dai Mondiali del 1974 in Portorico, di nuovo agli Europei del 1975 in Jugoslavia dove ottenemmo la medaglia di bronzo e con un pizzico di fortuna in più avremmo potuto arrivare secondi.
- Perché?
- Beh, le partite perse nel girone finale con URSS e Cecoslovacchia, entrambe di 4 punti, avremmo potuto vincerle se alcuni piccoli episodi fossero girati in un altro modo.
- Arriviamo al 1976...
- Olimpiadi di Montreal, per arrivarci dovemmo qualificarci tramite un torneo europeo di qualificazione a maggio dello stesso anno a Edimburgo in Scozia e superammo Spagna, Grecia, Bulgaria, Israele e Polonia, poi a Montreal disputammo una buona Olimpiade arrivando quinti con solo due sconfitte nel girone iniziale con USA e Jugoslavia che però ci preclusero la strada verso le medaglie ma comunque in totale vincemmo 5 partite con Cecoslovacchia, Portorico, Egitto, Australia e di nuovo la Cecoslovacchia per 98-75 nella finale per il quinto posto, disputando probabilmente la miglior partita della nostra Olimpiade.
- Vuoi ricordarci chi fu il capocannoniere dell’Italia con 16.2 punti di media partita e chi erano i tuoi compagni di squadra?
- In quell’occasione fui io, ma il merito va diviso con tutta la squadra che era composta da Brumatti, Iellini, Recalcati, Vendemini, Della Fiori, Bariviera, Zanatta, Meneghin, Marzorati, Serafini, Bisson con allenatore Giancarlo Primo.
- Nel 1977 agli Europei in Belgio come andò?
- Facemmo un girone di qualificazione per le semifinali strepitoso con 5 vittorie su 5 battendo anche l’URSS ma arrivammo scarichi alle 2 partite più importanti con Jugoslavia e Cecoslovacchia che ci batterono in maniera netta ed arrivammo quarti.
- Nel 1978, mondiali a Manila nelle Filippine e...
- Disputammo un buonissimo mondiale arrivando quarti davanti agli USA -che all’epoca disputava le competizioni internazionali con gli universitari- Canada, Australia e Cecoslovacchia, ma purtroppo quel mondiale è rimasto famoso per la sconfitta per 86-85 nella finale per il terzo posto contro il Brasile di Oscar - che di lì a pochi anni sarebbe arrivato a Caserta - con il suo canestro da metà campo sulla sirena quando eravamo sopra di 1 (il tiro da 3 arriverà nel 1984 dopo le Olimpiadi di Los Angeles).
- Arriviamo agli altrettanto famosi Europei di Torino dove tutto l’ambiente si aspettava almeno una medaglia di bronzo, invece non andò così…
- Già, probabilmente l’aspettativa che comunque una medaglia dovesse saltare fuori non ci fece bene e già nel gironcino dopo le 2 vittorie con Grecia e Belgio arrivò la prima sconfitta con la Cecoslovacchia poi nel girone per le medaglie nonostante le vittorie con Israele e Spagna le 2 sconfitte con Jugoslavia e URSS ci fecero scivolare al quinto posto anche se per un gioco di incastri di risultati se avessimo vinto l’ultima gara con i russi, persa per 84-90, saremmo rimasti in corsa per le medaglie giocando la semifinale con Israele che era alla nostra portata.Gianni Bertolotti Virtus 76-77
- Quella manifestazione è stata la tua ultima apparizione in Nazionale, giusto?
- Sì, dopo il fallimento dell’Europeo di Torino ci fu un avvicendamento tecnico tra Giancarlo Primo e Sandro Gamba che portò anche in parte ad un cambiamento di scelte tecniche, ma questo fa parte della vita di uno sportivo ed in fondo avevo avuto delle belle soddisfazioni in Nazionale.
- Torniamo alla tua seconda vita cestistica, quella di istruttore minibasket ed allenatore giovanile, perché questa scelta? In fondo avresti sicuramente potuto tentare la carta dell’allenatore di squadra Senior.
- Certo, ma ho sempre preferito il contatto con i ragazzini/e o meglio ancora i bambini/e dato che alla loro età la spontaneità ed l’entusiasmo per il gioco non sono ancora “contaminati” da altre logiche che con l’età sopravvengono.
- Puoi riassumerci i tuoi trascorsi nel settore?
- Dal 1992 al 1995 a Piombino, poi un anno a San Vincenzo, quindi una prima esperienza a Follonica dal 1997 al 2001 poi, dopo una pausa di alcuni anni per motivi familiari e personali, sono ripartito dal 2006 qui a Follonica sino ad oggi.
- In molti pensano che fare basket a Follonica sia più complicato che da altre parti, che cosa ne pensi?
- In questo c’è sicuramente un fondo di verità per tutta una serie di motivi quali il doversi dividere su più spazi, il dover condividere questi spazi con altri sport, la tradizione maggiore dell’hockey pista e della pallamano ed ovviamente l’onnipresenza del calcio, ma ciò nonostante quest’anno ho 3 gruppi di 20 bambini e bambine circa, ciascuno quindi nonostante le difficoltà di reclutamento c’è, e anche gli altri 2 gruppi del minibasket, cioè Aquilotti ed Esordienti, hanno buoni numeri per un totale di 100 miniatleti ed altri 50 tra U13, 14, 18 e Promozione.
- Quali differenze trovi nelle generazioni che ti sono passate e che ti stanno passando davanti?
- Purtroppo ho notato un peggioramento costante, ovviamente con le dovute eccezioni, non dico con quelli della mia generazione, ma proprio in questi ultimi 20 anni, a causa delle mutate condizioni sociali e delle famiglie che si riflettono anche sulla motricità dei bambini che vivono sempre meno all’aria aperta e sempre più in casa e con pochi contatti con gli altri coetanei, pertanto il minisport sostituisce in parte ciò che altre generazioni facevano stando all’aperto con i propri compagni acquisendo capacità motorie di base che poi ti aiutavano nell’apprendimento dei fondamentali.
- Quali obiettivi ti sei posto con i tuoi 3 gruppi per quest’anno?
- Per i più grandicelli, gli scoiattoli del 2007-2008, oltre a continuare su un aspetto ludico che non deve mai mancare e sulle capacità motorie di base, lavoreremo anche sui fondamentali di base (palleggio, passaggio, tiro e difesa individuale) e parteciperemo a dei concentramenti a Donoratico, San Vincenzo, Follonica, Grosseto, Orbetello, Porto Santo Stefano e Arcidosso per effettuare i primi confronti con bambini delle altre società, mentre con i 2 gruppi più piccoli il “lavoro” sarà quasi esclusivamente ludico, con lo scopo di entusiasmarli al nostro sport e di creare senso di appartenenza al proprio gruppo e di coinvolgere altri bambini.
- Gianni, è stata una lunga e piacevole chiacchierata, grazie tanto!
- Altrettanto per me, alla prossima.

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Contatti

  • Sede: Via Sanzio 2, 58022 - Follonica (GR)
  • @Mail: follonicabasket@gmail.com
  • Web: www.follonicabasket.it

Info utili

L’ASD FOLLONICA BASKET svolge attività sportiva dilettantistica nel settore della pallacanestro, è affiliata presso la Fip (Federazione Italiana Pallacanestro) ed è Iscritta al n° 28259 del Registro del CONI.

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